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Canosa, affiora la storia religiosa.....trovate due preziose stole medievali.

Canosa non restituisce solo importanti reperti archeologici dal sottosuolo, ma la sua storia continua anche ad affiorare dagli armadi e dagli antichi mobili che, come preziosi scrigni, conservano meravigliosi tessuti e testimonianze del suo straordinario patrimonio culturale. Grande sorpresa, infatti, ha suscitato nel parroco, mons. Felice Bacco, e nell’equipe che gestisce il Museo dei Vescovi (la cooperativa OmniArte), il ritrovamento di preziosi corredi liturgici, pianete, manipoli, dalmatiche, piviali e, in modo particolare, il ritrovamento di due preziose stole medievali.

I vari manufatti tessili liturgici testimoniano la grandezza della Chiesa Primaziale di Canosa, dopo il periodo paleocristiano, soprattutto nel periodo in cui era retta dai Prevosti. Mentre i manufatti argentei sono stati trafugati nei secoli, gli arredi liturgici, forse perché non ritenuti così importanti o più difficilmente esportabili, sono andati perduti o conservati e mai più cercati.
La bellezza e ricchezza di questi tessuti testimoniano l’importanza di un periodo non ancora conosciuto e studiato in tutta la sua grandezza e importanza.

Straordinarie le diverse pianete e gli arredi liturgici tessili che sono stati ritrovati, dal cinquecento fino agli inizi del novecento. Ma di particolare pregio e bellezza sono le due stole medievali, ritrovate in uno scatolone, conservato in un mobile della canonica della cattedrale. I manufatti tessili medievali sono piuttosto rari, perciò hanno sicuramente una grande importanza quelli ritrovati.
La cattedrale possiede anche altri due manufatti tessili di quel periodo, e cioè i “guanti pontificali” dell’ XI secolo, recentemente studiati in una pubblicazione a cura dell’Università di Oxford.
Sia i guanti pontificali che le due stole, oltre a due “scarpe alla greca” (di cui si sono perse le tracce), sono attribuiti nelle Sante Visite, a partire dal XVI secolo, a san Sabino. Così, per esempio, è scritto in un inventario del 1598 redatto da Giovan Battista Casati, Procuratore del Cardinale Baronio: “Un vestimento di olmesino bianco co’ una stola e manipolo e cintura detto di San Savino per il Pontificale”. In una Santa Visita del 1608 si parla, tra gli altri arredi di “una pianeta di seta bianca, un paio di calzari, un ventaglio, due stole, ed un paio di guanti che sostengono essere stati di S. Sabino”. 
In un’altra del 1677, c’è anche la descrizione delle due stole: “Esistono…una fascia di seta rossa tessuta anche d’oro, un’altra fascia di seta rossa rigata di bianco con alcuni fregi d’oro, ed un’altra fascia simile tessuta fittamente d’oro”. In una Visita del 1897 si parla in maniera generica di “Diversi indumenti pontificali del Patrono San Sabino che si ritengono fattura del VI secolo”. Gli esperti stabiliranno con certezza a che epoca appartengono le due stole ritrovate, forse appartengono, con i guanti pontificali e le scarpe citate nelle Sante Visite, al corredo liturgico pontificale usato da Papa Pasquale II il giorno della dedicazione della cattedrale a san Sabino (1102). Sicuramente un altro pezzo di storia della Chiesa di Canosa è stato recuperato e sarà possibile ammirarlo nell’ormai prestigioso “Museo dei Vescovi”.

di ANTONIO BUFANO

 

articolo pubblicato giovedì 29 Settembre 2018 sul giornale 

 

 

 

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