Carissimi Amici, celebriamo la solennità della Santissima Trinità. Nel Vangelo gli Apostoli sono inviati da Gesù a fare discepoli tutti i popoli e a battezzarli nel nome della Trinità. Devono farlo «nel nome del Padre»: cuore che pulsa nel cuore del mondo; «nel nome del Figlio»: nella fragilità del Figlio di Maria morto nella carne; «nel nome dello Spirito»: del vento santo che porta vita nuova. L’umanità viene immersa, con il Battesimo, nella vita trinitaria di Dio. Lo siamo anche noi. Ogni liturgia, ogni nostro momento di preghiera personale, ogni opera di bene che compiamo è vissuta nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Viviamo nella fede e nella gioia questo grande Mistero, che ci avvolge con il suo amore, ci guida con la sua forza e ci rende capaci di donare vita.

Santa domenica.

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Carissimi Amici, celebriamo la solennità di Pentecoste. Lo Spirito Santo scende sulla Chiesa, missionaria del Risorto nel mondo. Esso è lo Spirito di Cristo, è la Persona divina che diffonde nel mondo la possibilità di imitare Cristo, facendolo vivere in noi. Nella vittoria pasquale, Cristo ha portato a compimento ogni cosa. Per questo il Padre si compiace di effondere, per mezzo del Figlio, lo Spirito di perdono. Chiediamo a Dio Padre il dono di una rinnovata Pentecoste perchè anche noi, insieme con Cristo, possiamo esultare eternamente nello Spirito Santo.

Santa domenica.

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Carissimi Amici, “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura.” È la missione affidata dal Risorto agli apostoli prima di ascendere al cielo: ed essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro. Questa missione continua attraverso la Chiesa. Gesù spinge i suoi a pensare in grande e a guardare lontano e lo fa perché crede in loro, nonostante abbiano capito poco, nonostante abbiano tradito e rinnegato, e molti dubitino ancora.

Anche noi viviamo le fragilità degli apostoli, ma il Signore crede in noi, si fida di noi. Non ci lascia mai soli. E noi ci fidiamo di lui? Solo appoggiandoci su Gesù Cristo vincitore della morte, possiamo obbedire quotidianamente al suo comando ad essere missionari, nella serenità e nella speranza.

Santa domenica.

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Carissimi Amici, “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi”. Con queste parole, oggi, Gesù ci fa comprendere che la più viva espressione di questo amore è stata la sua morte sulla croce per noi peccatori. L’amore perfetto del Padre celeste è la felicità e la gioia di suo Figlio. E questa gioia, il Figlio risuscitato, la trasmette ai suoi amici nel giorno di Pasqua: “Pace a voi! Egli offre senza sosta la gioia a tutti quelli che credono nella sua Parola e per mezzo del Battesimo si uniscono a lui e ai suoi amici, la Chiesa: “Rimanete nel mio amore”. Per Gesù Cristo  è importante che tutti i suoi amici si amino gli uni gli altri come egli stesso ha amato i suoi discepoli nel corso della sua vita terrena. Accogliamo ancora oggi questo invito mettendolo in pratica.

Santa domenica.

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Carissimi Amici, attraverso l’immagine della vite e dei tralci Gesù ci rivela che tutti quelli che gli sono legati mediante la fede vivono in vera simbiosi. Ogni tralcio deve essere liberato dai germogli superflui, deve essere sano e reagire in simbiosi con la vite, che è Cristo, il Risorto. Ad essa siamo stati innestati mediante il Battesimo, che ci ha liberati dal peccato rendendoci germogli di vita nuova. Ma per dare molti frutti è necessario restare attaccati alla Vite per tutta la vita. Altrimenti saremo tralci sterili, destinati ad essere tagliati e seccare completamente: “Senza di me non potete far nulla”, ci ricorda Gesù.

Chiediamo al Signore che la nostra vita sia veramente fertile nella fede e nell’amore verso lui e verso il prossimo.

Santa domenica a tutti.

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Carissimi Amici, in questa quarta domenica di Pasqua la liturgia ci presenta la figura del buon Pastore. È la definizione che Gesù stesso da di se “Io sono il buon pastore”. È lui che chiama tutti alla salvezza, donando la sua vita e chiamando le pecore per nome. Il Risorto ci conduce ai pascoli della vita. Siamo il suo gregge, amato dal Pastore. Gesù ci rende tutti fratelli e sorelle, una fraternità dal respiro universale: “ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare”. È la bellezza di scoprirci  “fratelli tutti”, come ci ricorda papa Francesco nella sua enciclica. Accogliamo e ascoltiamo la voce del Bel Pastore, che continuamente ci chiama, e sperimenteremo l’amore di Dio, che in Cristo si è dato tutto a noi. In questa domenica preghiamo Cristo buon pastore per le vocazioni.  

Santa domenica a tutti.

Carissimi Amici, in questa terza domenica di Pasqua i discepoli di Emmaus raccontano la loro esperienza con il Risorto. Gesù, apparendo ai suoi apostoli, dopo la sua risurrezione, porta a compimento l’insegnamento dato ai suoi discepoli; rivela loro la verità del Vangelo e gli dà una dimostrazione della realtà della vita eterna. Ad ogni incontro con i suoi Gesù ripete “Pace”. La Risurrezione non è semplicemente un ritornare alla vita di prima: è andare avanti, è trasfigurazione, è acquisire un di più. Egli sa bene che la vita degli esseri umani è cambiata dagli incontri. Ecco perché ieri, oggi, domani e sempre, egli viene e condivide pane, sguardi, amicizia, parola, pace, vita. Carissimi Amici, il Cristo Risorto apra anche le nostre  menti alla comprensione delle Scritture e ci renda suoi autentici testimoni nella vita di ogni giorno.

Santa domenica a tutti. 

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Carissimi Amici, celebriamo la seconda domenica di Pasqua. Nel Vangelo odierno Gesù si presenta ai suoi discepoli, turbati e impauriti e offre il dono della pace. È il primo dono del Risorto. Anche oggi viviamo mometi di turbamento e di paura. Ma Gesù viene sempre in mezzo a noi e continua a donare pace ai notri cuori smarriti. Anche a noi, come a Tommaso, continuia a ripeterci di non essere increduli ma credenti; a vivere la beatitudine promessa a chi, fiducioso, si abbandona a Lui. Il Risorto riaccende i cuori dei suoi discepoli e li ricolma della sua Divina Misericordia. Ad essa presentiamo le nostre fragilità e i nostri limiti, con la certezza che la Misericordia di Dio ci rialzera' sempre e ci fara vivere da risorti insieme con Lui.
Santa domenica a tutti

Carissimi Amici, il Signore è Risorto. Alleluia. La liturgia di oggi esplode di gioia e profuma di vita. Il Crocifisso ha finto la morte ed è Risorto. Questo annuncio “sconvolge” i cuore dei discepoli di Gesù. Nei loro cuori turbati si riaccende la speranza. Cosa che fa correre l’apostolo Giovanni al sepolcro? Egli ha vissuto di persona il dramma della Pasqua, essendo molto vicino al suo Maestro. Ma “Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura”. Si, proprio cos’, non avevano ancora compreso. Il mondo di Dio, i progetti di Dio sono così diversi che ancor oggi succede che anche chi è più vicino a Dio non capisca e si stupisca degli avvenimenti che vive. L’annuncio delle donne fa correre verso il sepolcro Pietro e Giovani. Quest’ultimo entrando in esso “Vide e credette”. È bastato un sepolcro vuoto perché tutto si risolvesse? Penso che non fu così facile. La ragione non comprende, ma l’amore aiuta il cuore ad aprirsi e a vedere. È l’intuizione dell’amore che permette a Giovanni di vedere e di credere prima di tutti gli altri. La gioia di Pasqua matura solo sul terreno di un amore fedele. Un’amicizia che niente e nessuno può spezzare. A voi , carissimi Amici e alle vostre famiglie l’augurio di vivere da risorti con il Risorto.

Santa Pasqua di Risurrezione a tutti 

Carissimi Amici, celebriamo la Domenica delle Palme. Essa, nella tradizione liturgica della Chiesa, ricorda l’ingresso festoso di Gesù a Gerusalemme. La Liturgia della Parola ci presenta il racconto della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. Il ricordo di questo evento centrale per la nostra fede merita tutta la nostra attenzione e la nostra meditazione sulla sofferenza di Gesù accettata per amore degli uomini a cui il Padre lo ha mandato e per abbandono fiducioso al proprio destino sapendo che il progetto di Dio sulle nostre vite va al di la della nostra comprensione e ha un senso anche nella incomprensibilità della morte. Meditiamo dunque i misteri della nostra redenzione.

Santa domenica a tutti 

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Carissimi Amici, siamo prossimi alla Pasqua e Gesù parla di se stesso come il seme, il chicco, piantato in terra. “Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”.  Il chicco di grano è la croce, sintesi umile e vitale di Gesù. Il chicco di grano muore per generare vita nuova. Il ministero e l’insegnamento di Gesù testimoniano che egli è venuto da parte del Padre. Egli vuole aprirci all’amore e alla vita che sempre il Padre ci offre.  Da Cristo scaturisce la Vita nuova, quella di cui ci rende partecipi: la risurrezione. Tutti siamo chiamati ad essere risorti nel Risorto.

Santa domenica  

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Carissimi Amici, “Dio ha tanto amato il mondo” è il versetto che colma di gioia il nostro cuore: Dio ci ha amati nel suo Figlio Unigenito. Una gioia che illumina anche la notte di Nicodemo, e non solo, illumina anche le nostre notti. Gioia che è rinascita di fiducia, speranza, pace… Rinascita che avviene grazie al dono che Dio ci ha fatto nel suo figlio: per acquistare noi ha “perduto” se stesso. È bello avere la consapevolezza che noi non siamo cristiani perché amiamo Dio, ma siamo cristiani perché crediamo che Dio ci ama. Nulla andrà perduto dell’amore ricevuto e donato.

Santa domenica   

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Carissimi Amici, Gesù entra nel tempio, il luogo più sacro di Israele, e rovescia tutto. Ai venditori di colombe disse: non fate della casa del Padre, una casa di mercato. Dare e avere, vendere e comprare sono modi che offendono l'amore. Spesso anche noi pensiamo che andando in chiesa, compiuto un rito, accesa una candela, detta una preghiera, fatta un'offerta, abbiamo assolto il nostro dovere,  e ci attendiamo in cambio qualche favore da Dio. Ogni volta che assumiamo questo atteggiamento non siamo diversi dai mercanti del tempio. Tempio è anche il corpo di ogni essere umano, creato a immagine e somiglianza di Dio, nessuno è autorizzato a violarlo, ma tutti siamo chiamati a rispettarlo e difenderlo da chi, con la dignità degli uomini vuole mercanteggiare.

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Carissimi Amici, in questa domenica la liturgia ci fa meditare il Vangelo della Trasfigurazione. Esso ci fa vedere Gesù pieno di sole e di luce, che infonde nei nostri la speranza. Gesù porta i suoi discepoli sul monte, che nella Scrittura è dimora di Dio, per fargli fare esperienza di questa Presenza e per aiutare i suoi a vedere il mondo con uno sguardo nuovo. Come Pietro, Giovanni e Giacomo, anche noi siamo invitati a vivere questa esperienza. In ogni Eucaristia celebrata facciamo esperienza del Tabor, dove Gesù si rivela nella luce della Parola e nel dono del Pane Eucaristico. “È bello per noi stare qui”; è l’espressione di Pietro, ma è anche la nostra ogni volta che sperimentiamo la bellezza del credere e dell’essere cristiani; ogni volta che questa esperienza la condividiamo, a valle, con i nostri fratelli. Continuiamo questo cammino verso la Pasqua come i primi discepoli di Gesù, ascoltando la voce del Padre che ci chiede di ascoltare suo Figlio.

Santa domenica  
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Carissimi Amici, l’Evangelista Marco accenna soltanto al periodo nel deserto e alla tentazione. È il preludio all’inizio del ministero pubblico di nostro Signore. Il suo primo richiamo, che ci viene ripetuto questa domenica, è: “Convertitevi e credete al vangelo”. Egli comincia proprio da quello che era stato il punto centrale dell’insegnamento di Giovanni Battista. La Quaresima è soprattutto un periodo di riflessione sui misteri della nostra redenzione, al cui centro sono l’insegnamento e la persona di Gesù Cristo. Il Salvatore ha assunto forma umana, cioè quella che è la nostra condizione, e non è nemmeno stato risparmiato dall’esperienza della tentazione. Nella sua natura umana, Gesù ha vissuto in prima persona cosa significhi respingere Satana e porre al primo posto le cose divine. Il nostro Signore e il nostro Dio è in tutto nostra guida e modello.

Santa domenica  

Carissimi Amici, il vangelo ci presenta la guarigione di un lebbroso. Gesù manifesta la sua misericordia di fronte alle sofferenze umane. “Se vuoi, puoi guarirmi” è la supplica colma di fiducia. Gesù si avvicina al lebbroso e lo tocca; quest’ultimo manifesta la sua fiducia i Gesù e non può trattenere la sua gioia. La sua è una testimonianza di amato e salvato. Cristo continua ad essere accanto al dolore di ogni uomo attraverso la Chiesa. Essa, amministrando i sacramenti, ci libera da una schiavitù dalla quale dipendiamo e dalla lebbra che consuma la nostra vita: il peccato. Solo Cristo è la nostra salvezza, lasciamoci toccare da Lui.

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Carissimi Amici, la guarigione della suocera di Pietro ci presenta l’immagine di Gesù che guarisce, rigenera e usa misericordia. Inoltre la figura della suocera di Pietro dà ad ognuno di noi l’esempio di chi, guarito da Cristo, sceglie di servire. Siamo salvati da Cristo per essere suoi testimoni e servi per le strade delle nostre esistenze. La carità è al centro. Le folle cercano Gesù attirate da ciò che egli dice e dai segni che opera, dalla sua carità per ogni creatura. La carità è il segno distintivo della vita cristiana, insieme alla preghiera. Lo stesso Gesù si ritira a pregare, solo, in un luogo deserto, indicandoci la strada maestra che dobbiamo seguire se vogliamo essere suoi veri discepoli.

Santa domenica  

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