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Don Felice Bacco Caporedattore di “Insieme” mensile di informazione della Diocesi

Bellissime le due prime catechesi del mercoledì di Papa Francesco dedicate al discernimento, tema particolarmente caro ai Gesuiti e al fondatore della Compagnia di Gesù, Ordine al quale appartiene il nostro Pontefice. Penso, francamente che la capacità di discernimento sia, ad un tempo, un dono e un dovere che configurano la stessa vita cristiana: conoscere e seguire Gesù richiedono un continuo discernimento, perché siamo chiamati a incarnare, ad orientare la nostra vita e le nostre scelte quotidiane secondo la volontà di Dio. Papa Francesco nella prima catechesi sull’argomento ha detto che il discernimento nasce dall’ “incontro della volontà di Dio con il tempo”: i disegni di Dio s’intrecciano e si manifestano con la nostra vita, ci guidano nelle scelte che operiamo e che ognuno di noi liberamente accetta perché sente che danno senso e pienezza alla propria esistenza. Dio, afferma il Papa, ci invita a valutare e a scegliere: ci ha creati liberi e vuole che esercitiamo la nostra libertà”. Il discernimento non caratterizza la vita cristiana solo a livello personale, ma, necessariamente, anche a livello ecclesiale: la Chiesa fa discernimento nel momento in cui, ponendosi in ascolto delle problematiche del “mondo” (come recita il proemio della Gaudium et Spes), annuncia e testimonia la Parola che salva! La sua missione è quella di favorire l’incontro tra l’”Eterno” e la “storia”, la vita degli uomini con il progetto di Amore pensato e realizzato da Dio in Gesù Cristo. Questo è il cammino che Papa Francesco continua a chiedere alle comunità cristiane in occasione del Sinodo, affinche’ emerga in maniera chiara la missione della Chiesa, oggi, nel mondo. Anche in relazione alla vita familiare, nell’Esortazione apostolica post sinodale Amoris Laetitia (2016), il Papa ha riservato ampio spazio al tema del discernimento, dedicando tra l’altro un intero capitolo al tema del discernere e integrare le fragilità.

Per comprendere meglio l’importanza del “discernimento” sia a livello personale che ecclesiale, credo sia opportuno fermarci ancora per approfondire le parole di Papa Francesco, che nelle due catechesi citate, per sottolineare l’importanza del “discernimento”, ne ha richiamato l’etimologia: viene da “cernere”, cioè separare, distinguere, quindi vedere chiaro. Per questa operazione di “separazione” sono necessarie “intelligenza”, “perizia” e “volontà”: “queste sono le condizioni per operare una buona scelta. INTELLIGENZA significa capacità di valutare con lungimiranza, senza lasciarsi imprigionare dal presente e dall’immediato; PERIZIA è la conoscenza profonda dell’oggetto della scelta, che nasce dall’esperienza, il bene più grande che si vuole salvaguardare; VOLONTA’ è la determinazione nel portare a termine la decisione. Papa Francesco nella seconda catechesi sul “discernimento”, prendendo spunti dal Vangelo, aggiunge che bisogna riconoscere i segnali mediante i quali il Signore si fa incontro nelle situazioni impreviste, perfino spiacevoli, per guidarci verso la sua volontà. San Tommaso D’Aquino nella Summa Teologica riassume quello che noi chiamiamo discernimento, con la virtu’ della “PRUDENZA” (dal latino, porro videns, cioè uno che vede lontano), che permette di guardare oltre le situazioni contingenti, senza perdere di vista la mèta. Anche per Sant’Agostino è la PRUDENZA a guidare l’amore per comprendere la volontà di Dio: “la prudenza è un amore che distingue bene le cose che giovano a tendere verso Dio da quelle dalle quali si può esserne impediti”.

Questo secondo anno di cammino sinodale, in cui ci viene chiesto, come comunità ecclesiale, di ascoltare chi vive ai margini della nostra azione pastorale (penso per esempio, alla luce di quanto è emerso nel Consiglio Pastorale Diocesano, al mondo dell’imprenditoria e del lavoro, al variegato mondo giovanile, a quello della politica…), può diventare una straordinaria occasione per ascoltare e comprendere questo “mondo”, con le sue attese, potenzialità e fragilità. Siamo chiamati a discernere con intelligenza, perizia, volontà, prudenza, amore, quali scelte pastorali il Signore ci chiede di operare per annunciarLo e testimoniarLo in questo nostro contesto socio-culturale profondamente cambiato.  

 

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