Riprendiamo dalla Gazzetta del Mezzogiorno di martedì 24 marzo 2015
Il “Museo dei Vescovi mons. Francesco Minerva”, ad appena un anno e mezzo dalla sua inaugurazione, avvenuta alla presenza del Ministro allora in carica, Massimo Bray, si conferma tra le realtà museali più visitate
a Canosa, con ben oltre 26mila visitatori in attivo. Diretto da mons. Felice Bacco e gestito dal curatore Sandro Sardella, dall’an - tichista Valentina Pelagio e dalla event planner Michela Cianti, rappresenta un sistema nuovo di esperienza museale, sospesa tra la precisione scientifica, la presenza tecnologica e il fascino antiquario.
Esposizioni sempre frequenti, caratterizzate da un sistema dinamico di appena tre mesi di durata, offrono spaccati sempre diversi e svariati, in cui il visitatore è immerso in un ordine cronologico di eventi ed opere, dai reperti archeologici, dal VI secolo a.C., alle opere artistiche bizantino-normanne, sino a raggiungere lo spaccato del Settecento, Ottocento e Novecento, tutti narranti la storia della città di Canosa.
Frequenti donazioni di privati cittadini, collaborazioni importanti e partnership, hanno permesso al Museo di accrescere il suo patrimonio espositivo, dedicando più di uno spazio a tutti quei privati ed aziende locali, che hanno deciso di investire in cultura, offrendo anche semplicemente le loro collezioni a pubblica fruizione.
Tra queste collaborazioni, preziosa è quella con la direzione generale della Banca Intesa San Paolo, che ha offerto in visione la predella di Giovanni Boccati da Camerino, ampiamente richiesta dai visitatori e già vista da quasi un migliaio di persone in meno di due mesi espositivi. Caratterizzata dalla lucentezza dei colori, dal disegno preciso e mai scontato, l’opera del pittore rinascimentale stupisce anche per la precisione della narrazione, basata sulle opere agiografiche di Papa Gregorio Magno e di un Anonimo dell’VIII secolo, tutte concentrate sulla vita dell’Episcopo Sabino di Canosa.
Il frammento della pala, è certamente uno dei pezzi artistici più preziosi del Museo, tra cui spiccano il crocifisso arabo normanno in avorio dell’XI secolo, il ventaglio liturgico, preziosi messali miniati, pergamene millenarie, opere di glittica e una notevole sezione numismatica, suddivisa per epoche ed eventi storici.
L’appartamento storico, impreziosito dalle decorazioni del notevole artista liberty Gaetano Paloscia e del figurinista Gaetano Palumbo, è divenuto “Casa della Memoria d’Italia”, avendo mantenuto inalterato ed, anzi, integrato tutto l’originale arredo, le suppellettili, i documenti e persino il vestiario tra l’Ottocento e il Novecento, ricordando le due famiglie Fracchiolla e Minerva, legate anche all’età di passaggio tra il Regno delle Due Sicilie e l’Unità d’Italia, con un occhio particolare al Monsignore che ha deciso di donare la sua residenza alla Cattedrale di San Sabino per farne uno spazio museale.
Frequenti sono anche le esposizioni nell’appartamento storico, di carattere prevalentemente antiquario. Il Museo, attualmente ancora aperto con orari invernali, è visitabile ogni martedì, giovedì, sabato e domenica mattina dalle 10 alle 12 e su appuntamento tramite call center al 377/2999862.
Informazioni sono aggiornate e presenti sul sito www.museodeivescovi.com e il profilo Facebook “Museo dei Vescovi mons. Francesco Minerva”.