Comunicazioni

La campanella di Padre Pio.....dal maestro Giuseppe Di Nunno, nel giorno della memoria della nascita di San Pio da Pietrelcina

La campanella di Padre Pio.

Riscoperta la voce sacra bronzea dell’antica Chiesa di Santa Maria delle Grazie.

 

            Nell’anno del Signore 2011, abbiamo pubblicato nella sede di Teleradio Padre Pio, con Paola Russo,  la ricerca storica, “Un giglio fiorentino per Padre Pio”, individuata nella lunetta maiolicata del 1935, posta sul portale dell’antico Convento. Al Rettore  e al Sindaco di San Giovanni Rotondo abbiamo donato una stampa dello studio, svolto a devozione, con documenti inediti scoperti a Firenze.

            Nell’ano 2013, levando lo sguardo più in alto, mi sono soffermato con gli occhi e con lo spirito sul campanile a vela dell’antica Chiesa e sulla campanella, sostenuto dal cammino che mi ha portato a scalare tutti i Campanili delle Chiese di Canosa di Puglia, con   la pubblicazione del testo, “ I SACRI  BRONZI”.

            Ora i passi sono fragili e dolenti, ma con la collaborazione della Fondazione VOCE DI PADRE PIO  e di Padre LUCIANO LOTTI, possiamo salire sul campaniletto, accostarci alla campanella e attingere alle fonti bibliotecarie.

Le  foto del coraggioso fotografo di Redazione, Francesco Cuvino, con le note di padre Lotti ci consentono la lettura di due pagine di storia, di arte, di devozione, di fede. La ricerca in sintesi è stata pubblicata nel Marzo 2015 nel periodico “Voce di Padre Pio”, che ringraziamo.

  • LA  STORIA  DELLA  CAMPANA
  • Lato esterno

            Il lato esterno della campanella, affacciata sul Sagrato,  riporta l’effigie di S. Maria delle Grazie  con l’iscrizione: FONDERIA  GIUSTOZZI  NICOLA  E  FIGLIO  -  TRANI   1937.

  • Lato interno

            Il lato interno della campanella riporta l’effigie dell’Arcangelo Michele, alato con spada orizzontale e bilancia, mentre sconfigge Satana. L’iscrizione attesta: RIFUSA  A  SPESE  DI  MARIA  LUCIA  PRENCIPE.

            L’iconografia dell’Arcangelo Michele accompagna la spada orizzontale, segno di difesa e di vittoria sul male, con la bilancia, simbolo di giustizia e di equilibrio tra terra e cielo, nella tradizione agiografica che riporta l’Arcangelo, partecipe al giudizio finale e al “peso” delle anime.

  • Circonferenza inferiore

            Scorre all’interno sulla circonferenza inferiore l’iscrizione: IESVS  CHRISTVS - REX - VENIT - IN  PACE - DEVS - HOMO - FACTVS - EST - ET -  VERBVM - CARO  -  FACTVM  EST -  1646.

Sulla circonferenza inferiore scorre un fregio di edera, mentre sulla circonferenza superiore scorre un fregio di  angeli in gloria.

            La premiata fonderia Giustozzi Nicola di Trani, da noi ritrovata nelle campane del 1930 della Cattedrale San Sabino di Canosa, nel 1937 rifuse quindi la campanella, già esistente all’epoca della fondazione della Chiesetta, ma danneggiata dall’usura e dal gelo, come riportano le note storiche di Padre Luciano Lotti, che apprezziamo e ringraziamo.

            22 febbraio 1937 - Da due giorni la campana ha un suono un po’ falso. Presenta una lesione che dev’essere stata causata dal gelo dell’altra notte. Si pensa di fonderla di nuovo  (Cronistoria Convento San Giovanni Rotondo, v. I, p. 124).

            5 marzo 1937 - La campana si manda a Trani per fonderla e fare la nuova. Vi si rilevano le immagini della Vergine delle Grazie e di San Michele Arcangelo, più le scritte: “+ Christus Rex venit in pace – Deus Homo factus est”, “+ Et Verbum caro factum est!, “1646”. (Cronistoria Convento San Giovanni Rotondo, v. I, p. 125).

            6 giugno 1937 - Dopo la messa della s. visita, il Provinciale benedice la nuova campana, imponendo il nome di Cristo Re, di Maria Santissima delle Grazie e di San Michele Arcangelo. La chiesa è piena. Funge da madrina la benefattrice M. Lucia Prencipe. La nuova campana pesa Kg. 164.

Dopo la benedizione, si issa la campana sul campanile, che è stato fatto tutto nuovo in cemento armato. Nel pomeriggio il Provinciale chiude la S. visita e viene ossequiato dalle Autorità civili, dal Discretorio del T.O. (Cronistoria Convento San Giovanni Rotondo, v. I, p. 129).

  • Il nome della campana

            Dunque la campana ha il nome di Cristo Re, di Maria Santissima delle Grazie e di San Michele Arcangelo, nel culto del Gargano  mistico che ritroviamo nella lunetta maiolicata fiorentina del 1935, posta sul portale dell’antica Chiesa.

  • La madrina benefattrice

Maria Lucia Prencipe, donna  Sangiovannese che sostenne “a sue spese” la rifusione della campana nel 1937, è nata il 30 giugno 1864 ed è deceduta nel 1946.  Aveva 73 anni all’epoca della donazione e fu coniugata  nel 1885 con Masciale Michele,  morto nel 1907; la signora, madrina della campana, rimase vedova prematuramente, ma nella  devozione a Santa Maria delle Grazie, a Padre Pio, fece quest’atto di donazione, riconsegnando alla storia e alla fede la voce dell’antica campana.  

 

  • Le origini della campana

            La campana originaria, dai dati archivistici del Convento di San Giovanni Rotondo, risale quindi al 1646, voce diffusa a migliaia di fedeli dalla chiesetta danneggiata dal terremoto del 1624, restaurata nel 1629,  consacrata e dedicata a Maria SS. della Grazie il 5 Luglio del 1676, come abbiamo potuto conoscere nello studio del “Giglio fiorentino per Padre Pio”, dalla lettura in Latino dell’iscrizione posta sull’architrave della Chiesetta, che accolse la vita di Padre Pio:

TEMPLVM  HOC  SANCTÆ  MARIÆ  GRATIARVM  DICATṼ  REEDIFICATṼ   FVIT

AŇO  DŇI  M.629  (Questa Chiesa è stata restaurata e dedicata a Santa Maria delle Grazie nell’Anno del Signore 1629).

            Sullo stipite sinistro e destro la pietra sacra riporta l’iscrizione: ANNO  DOMINI 1676 CONSECRATA. Era il 5 luglio 1676, quando fu consacrata la Chiesetta monastica con grande solennità.

            La Campana quindi risale alle origini dell’antica Chiesa dei Padri Cappuccini e viene restaurata nel 1937, riportando non solo la devozione, ma anche l’orazione a Cristo Re.

  • L’orazione della campana

            La preghiera ed invocazione a Cristo Re, riportata sulla circonferenza inferiore, così recita in Italiano:  GESÚ  CRISTO  RE  VIENE  IN  PACE -  DIO  SI  È  FATTO  UOMO  ED  IL  VERBO  SI  È  FATTO  CARNE.

L’orazione è un’antica invocazione per proteggere il luogo da terremoti, lampi e saette e da calamità naturali. Figura anche nella Lanterna di Genova e su altre campane, come a Chieti ed in numerosi luoghi italiani e stranieri.

            L’orazione viene riconosciuta da Papa Pio IX nel 1954, ma assume le radici bibliche nel Salmo 71, v. 1-11 (Signore, liberami, difendimi, …salvami). Il testo dell’orazione si conclude nel verso: “Cristo ci difenda da ogni male”.

Nella devozione personale, due volte ricoverato nella Casa Sollievo della Sofferenza, negli anni 80 e 90, ho ascoltato nel silenzio del Sagrato la voce e della campanella a Mezzogiorno, nell’ora dell’Angelus. Da Trani riscopre la devozione anche il nipote del maestro di fonderia: si chiama Giustozzi Nicola, come il nonno. Da Canosa accogliamo la sua voce: “mio padre era Giuseppe ed io sono nato il 18 gennaio, nello stesso giorno e mese di mio nonno; in questa riscoperta mi sento legato artisticamente e spiritualmente alla campana di Padre Pio”.

            Auspichiamo che la campanella di Padre Pio, che rintoccava sul fazzoletto sventolato di saluto del Santo di Pietrelcina e di San Giovanni Rotondo, continui a rintoccare la sua voce, come avviene a mezzogiorno nella preghiera dell’Angelus, con l’effigie bronzea di Santa Maria delle Grazie, che si affaccia sul Sagrato.

            Rintocca, bella campanella di Padre Pio,  dal “campaniletto, che occhieggia in alto con sincerità di cielo”: il nostro cuore ti ascolta!

 

maestro Giuseppe Di Nunno da Canosa di Puglia, 25 maggio 2015.

(foto allegate di Sabino Di Noia).

Dedichiamo questo studio alla figura di San Pio nel giorno della sua nascita del 25 maggio nell’anno 1887 nella casa di povera gente di contadini a Pietrelcina, presso Benevento. Dedichiamo lo studio con devozione a Santa Maria delle Grazie, raffigurata sulla campana, e a cui si legò la santità di Padre Pio.

 

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