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Pregando sotto le stelle, nel cammino di “mille passi”....La fiaccolata della traslazione nella luce delle stelle.

Le Calende di Agosto della festività di S. Sabino.

Ricorre il 1° Agosto della Festività patronale di San Sabino, l’epilogo della traslazione del corpo di S. Sabino dalla vecchia Cattedrale di S. Pietro alla nuova Cattedrale, intitolata a S. Sabino, Cittadino di Canosa, Confessore, Vescovo e Patrono di Canosa.

Mons. Felice Bacco, il 31 Luglio alle ore 20,00, promuove la liturgia nel sito archeologico di San Pietro, presso Vico S. Pietro, nella zona della Murgetta con una fiaccolata della Vigilia, a rievocare la traslazione del corpo di S. Sabino.

Dopo la morte del Vescovo Sabino nel dies natalis del 9 febbraio del 566, il corpo fu sepolto a fianco della Cattedrale di S. Pietro, come riporta il Tortora: “in regio sacello, a latere Ecclesiae Cathedralis Apostolo Petro sacrae, collocatum fuit”.

Secondo le fonti del Prevosto Tortora, del Beatillo nella Vita di S. Sabino  e dello storico Anonimo del IX secolo, dopo circa due secoli dalla morte di S. Sabino “il sarcofago marmoreo fu aperto il 29 Giugno” , festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo: “apertum marmoreum conditorium est 29 Junii”.

Dopo l’inventio la traslazione del corpo di S. Sabino nella nuova Cattedrale avvenne nell’anno 800: “itaque corpore S. Sabini an. 800, in hanc novam Cathedralem Ecclesiam translato”, poichè la Cappella edificata dalla Duchessa longobarda Teodorada, era collassata nel tempo.

La traslazione verso la nuova Cattedrale avvenne, come attesta il Bolland nel Commento alla Vita di S., Sabino, e “il sacro corpo fu traslato alla nuova Cattedrale distante mille passi e illuminato di notte dalla luce celeste, alla presenza del Vescovo (Pietro)”: ad Cathedralem mille passibus distantem translatum sacrum corpus et luce coelesti noctu illustratum, Episcopo spectante”.

“Puto mille passibus distabat”, scrive l’Anonimo, configurando la distanza della Cattedrale di San Sabino dalla sede esposcopale del colle San Pietro; il “passus” quale unità di misura romana di lungheza corriponde a m. 1,48 e moltiplicando per mille, si ottiene l’equivalenza di circa un chilometro e mezzo, nella effettiva distanza.

Erano mille i “passi” del cammino e della traslazione che avvenne di notte sotto la luce del cielo d’estate, come si rievoca nell’Anno del Signore 2015 nella fiaccolata del 31 luglio.

Come attesta l’Anonimo il giorno successivo, “die Kalendarum Augustarum”, nel giorno delle Calende di Agosto, cioè il primo Agosto, il corpo di S. Sabino fu collocato nel Soccorpo della nuova Cattedrale, sotto l’altare dei Santi Martiri Giovanni e Paolo.

La traslazione viene anche illustrata dal Cardinale Bona nel 1671, nell’opera Rerum liturgicarum, nel Libro I, cap. 19, pargr. 5, tomo 2, pag. 57.

Ac die reposuit Kalendis Augusti, nella datazione che segna il giorno della festività patronale nella Cattedrale intitolata in quell’evento a San Sabino.

Come riporta l’Anonimo “porro praesens Cathedralis, in qua S. Sabini corpus tunc collocatum fuit, est una ex illis Ecclesiis, ab ipso Sabino, dum in humanis ageret, a fundamentis excitatis” (inoltre l’attuale Cattedrale, in cui fu collocato il corpo di S.  Sabino, è una di quelle Chiese erette dalle fondamenta dallo stesso Sabino, mentre era in vita).

Ma questo “monumento giustinianeo”, edificato dallo stesso Vescovo Sabino, è stato riscoperto solo in  questi anni, pur attestandolo le fonti storiche e filologiche del passato.

Nella fiaccolata che rievoca la traslazione illuminata dalla luce delle stelle, percorrendo mille “passi”, viene esposta l’icona di S. Sabino, di stile bizantino, opera dell’artista canosina Maddalena Strippoli, che verrà collocata in cripta presso la tomba del Vescovo Sabino.

L’icona è stata riprodotta su una tavola di legno di compensato marino con culla di dimenrsioni cm. 123 x 81 e di spessore cm. 3,4.

L’icona, come riporta l’autrice,  si ispira principalmente al mosaico del Duomo di Monreale, di committenza normanna, e nella doratura mette in rilievo la punzonatura del nimbo, dell’aureola di santità di S. Sabino. Sulla sommità sono riportati due angeli, con il capo reclinato in segno di venerazione al Vescovo Santo.

Gli angeli illustrano due attributi biografici: a destra l’avvelenamento del Vescovo; a sinistra l’episodio dell’Angelo, che rivolge la sua voce al Vescovo, come riporta il Beatillo in Vita S. Sabini, cap. 11, pag. 96 (pag. 70 del Tortora): “Sabine, pete a Domino et impetrabis” (Sabino, chiedi al Signore e otterrai); nel cartiglio l’artista scrive la risposta (cui ipse reponens…) di S. Sabino, nelle parole incise anche nel libro sacro della statua argentea: “peto Domine ut quiescat ira tua”.

Maddalena Strippoli, nata nel 1981, ha conseguito la laurea in pittura presso l’Accademia delle Belle Arti di Foggia, il titolo di iconografo presso l’abbazia di S. Maria di Pulsano in Monte Sant’Angelo ed è Docente di Disegno e Storia dell’Arte.

Pregando sotto le stelle, nel cammino di “mille passi”, illuminato di notte dalla luce del cielo e dalle fiaccole del 2015, riviviamo la nostra devozione al Patrono di Canosa, al Vescovo S. Sabino, nel cammino della fede in Cristo.

 

maestro Peppino di Nunno