ANNUNCIO UFFICIALE AVVENUTO PRODIGIO
CRONACA DI UN PRODIGIO
IL PRODIGIO
FOTO
E' il giorno della Sacra Spina, aspettando il prodigio
IN ATTESA DEL PRODIGIO
STORIA DELLA RELIQUIA
MONTAGGIO VIDEO DELLA RICOGNIZIONE DELLA SACRA SPINA DEL 13 FEBBRAIO 2016
La Sacra Spina di Andria tra storia, segni e devozione
Sabato 13 febbraio, nel salone di rappresentanza dell’episcopio di Andria, alla presenza di sua Ecc.za mons. Raffaele Calabro, Amministratore Apostolico della diocesi, si è riunita la Commissione Speciale della Sacra Spina, presenti i canonici del Capitolo Cattedrale, i componenti della Commissione Pastorale per la Sacra Spina e i componenti della Commissione Medico Scientifica, presieduta dal dott. Antonio Riezzo. Erano presenti, su invito di mons. Calabro, anche mons. Luigi Mansi, vescovo eletto di Andria, e mons. Luigi Renna, Vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano.
Al cospetto del notaio Paolo Porziotta, don Gianni Massaro, presidente della Commissione Speciale per la Sacra Spina, e don Gianni Agresti, presidente del Capitolo Cattedrale, hanno proceduto a far osservare a tutti i presenti l’integrità dei tre sigilli in ceralacca apposti nel 2005 e situati sotto la base su cui è fissata la teca di vetro in cui è custodita la preziosa reliquia.
Dopo che i Vescovi, il notaio, i medici e tutti gli altri presenti hanno potuto rilevare e confermare l’integrità dei sigilli, gli stessi sono stati rimossi onde procedere alla osservazione della Sacra Spina direttamente, da vicino e senza i riflessi prodotti dal vetro. Per la ricognizione ci si è avvalsi di una lente di ingrandimento. L’esame visivo è stato condotto prima dai Vescovi, poi dai medici, quindi, uno alla volta, da tutti i componenti del Capitolo e dell’intera Commissione Speciale della Sacra Spina.
L’ambiente era illuminato dalla luce naturale, proveniente dalle finestre, e dalla luce elettrica artificiale, originata dal lampadario, nonché da una piccola torcia elettrica che ciascun testimone oculare ha potuto di volta in volta impugnare: nessun altro artificio è stato ritenuto utile mettere in atto da parte della stessa Commissione, quali luci ad alta intensità che, come ha spiegato il dott. Riezzo, producendo calore, avrebbero potuto compromettere l’integrità della reliquia. Neppure sono state messe in atto, per espressa e unanime scelta di tutti i componenti della Commissione Speciale, tecniche invasive di analisi della reliquia, quale quella al carbonio C14.
Tecniche non invasive per lo studio della Sacra Spina, come l'uso della lampada di Wood o la tecnica di Raman, potrebbero essere usate in momenti diversi rispetto a quelli che ci vedono coinvolti in questo periodo del possibile prodigio del 2016. Tali scelte sono state fatte sia, ancora una volta, per non compromettere la reliquia, sia perché è convinzione di tutti, in primis di sua Ecc.za Mons. Raffaele Calabro, che, se prodigio sarà, questo sarà osservabile dagli occhi di ciascun fedele e non solo grazie a strumenti accessibili esclusivamente ad esperti. Nel contempo, una registrazione video è stata effettuata da Gianni Confalone e una ricca documentazione fotografica, ad alta definizione, è stata prodotta dai fotografi Gianni Addario, Emanuele Gazzillo e Massimo Nicolamarino. Gli stessi che torneranno a fotografare la Sacra Spina il giorno 25 marzo, giorno in cui sarà pure prodotta una registrazione video ad alta definizione grazie alla dotazione tecnica dell’emittente Teledehon.
Nell’occasione della rimozione della teca di vetro, gli artigiani di “Barra Quattro”, i sigg. Antonio Barchetta e Antonio Lorusso, hanno potuto risistemare la base malferma di uno dei due angioletti in argento che sono al lato della Sacra Spina. Al termine di questa operazione, la Sacra Spina è stata nuovamente ricollocata sotto la teca di vetro e, presenti le Eccellenze mons. Calabro, mons. Mansi e mons. Renna, presenti tutti i testimoni oculari già menzionati, sono stati apposti due sigilli di ceralacca sotto la base d’argento del reliquario, su cui poggia la teca. Il verbale di quanto accaduto è stato contestualmente redatto dal notaio Paolo Porziotta, coadiuvato dalla dott.ssa Silvana Campanile, segretaria della Commisssione Speciale per la Sacra Spina. Giornalisti accreditati per documentare e comunicare l’evento sono stati il prof. Michele Palumbo, della “Gazzetta del Mezzogiorno”, e il prof. Paolo Farina, direttore di “Odysseo. Navigatori della conoscenza”.
FOTO DELLA RICOGNIZIONE DELLA SACRA SPINA
* alcune delle foto sono state reperite sul portale web della diocesi e riportano la firma dell'autore a cui vanno i riconoscimenti dovuti.
VIDEO DELLA PRIMA RICOGNIZIONE DELLA SACRA SPINA
Calendario peregrinatio Sacra Spina a Canosa
- Sabato 17 Ottobre ore 20,00 : arrivo della reliquia presso la chiesa dell'Immacolata da dove, dopo un momento di preghiera, è partita una fiaccolata con la Sacra Spina in processione sino alla Cattedrale San Sabino ove si è tenuta la liturgia della parola;
“Video Sintesi dell'Accoglienza della reliquia”
- Domenica 18 Ottobre: Esposizione alla venerazione dei fedeli, presso la chiesa di San Francesco e Biagio;
- Lunedì 19 Ottobre: Esposizione alla venerazione dei fedeli, presso la chiesa di San Giovanni Battista (nella seconda parte della giornata è stata visitata dagli alunni della scuola M.Carella);
- martedì 20 Ottobre: Esposizione alla venerazione dei fedeli, presso la Cattedrale di San Sabino (dalle 9,00 alle 11,00 è stata visitata dagli alunni della scuola G.Bovio e dalle 11,00 alle 13,00 dagli alunni dell'istituto Garrone);
- mercoledì 21 ottobre: Esposizione alla venerazione dei fedeli, presso la chiesa del Rosario (dalle 9,00 alle 11,00 è stata visitata dagli alunni della scuola san Giovanni Bosco e dalle 11,00 alle 13,00 dagli alunni dell'istituto tecnico commerciale Einaudi);
- giovedì 22 ottobre: Esposizione alla venerazione dei fedeli, presso la chiesa di Santa Teresa del B.G. (durante il corso della mattinata è stata visitata dagli alunni dell'istituto agrario e dagli alunni del liceo scientifico E. Fermi);
- venerdì 23 ottobre: Esposizione alla venerazione dei fedeli, ancora presso la chiesa di Santa Teresa del B.G. e presso ldi M.SS. del Carmine (durante il corso della mattinata è stata visitata dagli alunni della scuola Foscolo e dagli alunni della scuola G. Mazzini);
- sabato 24 ottobre: Esposizione alla venerazione dei fedeli, presso la chiesa di M.SS. del Carmine (durante il corso della mattinata è stata visitata dagli alunni dell'istituto dell'istituto tecnico commerciale Einaudi);
- domenica 25 ottobre: Esposizione alla venerazione dei fedeli, presso la chiesa dell'Assunta ove è rimasta sino alle ore 11,00 del giorno 26 ottobre (dalle 9,00 alle 11,00 è stata visitata dagli alunni della scuola Giovanni XXIII);
- lunedì 26 ottobre: dalle ore 11,00 è stata esposta alla venerazione dei fedeli, presso la chiesa di Gesù Giuseppe e Maria (dalle 11,00 alle 13,00 è stata visitata dagli alunni della scuola S. Lucia);
-
martedì 27 ottobre: Esposizione alla venerazione dei fedeli, presso la chiesa di Gesù Liberatore (durante il corso della mattinata è stata visitata dagli alunni delle scuole Marconi e Giovanni Paolo II), nella serata la conclusione della peregrinatio con una Via Crucis cittadina che ha percorso alcune strade della stessa parrocchia.
“Video/Intervista a Conclusione della Peregrinatio della reliquia”
Cenni Storici sulla Sacra Spina di Andria
(tratto dall'articolo di Nicoletta De Matthaeis del 5 ottobre 2013, pubblicato sul blog dell'autrice "Reliquiosamente")
Le spine della corona di Cristo esistenti nel mondo sono molte. Troppe. Da un primo censimento fatto da Fleury1 nel secolo XIX, che ne enumerva circa 200, siamo arrivati a ben 2.283, delle quali 995 in Italia, secondo un recentissimo censimento di A. Menna2. D’accordo che pare accertato che la corona di spine non era una corona, ma piuttosto una specie di casco formato dai rametti di spine fissati in un fascio/anello di giunchi. E considerando questo, le spine evidentemente sarebbero state più numerose di quelle necessarie per interecciare una semplice corona, ma certamente non tante da arrivare a 200 (considerando che molte si saranno anche perse) e meno ancora più di 2.000. Le spine della corona, alla luce degli studi fatti, dovrebbero appartenere ad un rovo denominato Zizyphus vulgaris lam, conosciuto anche con il nome diZizyphus spina-Christi. Può crescere fino a 7 metri di altezza ed è molto diffuso nell’area attorno a Gerusalemme, ma anche in altre zone mediterranee, come per esempio la Sicilia o la Puglia. Le sue spine sono di varie grandezze, potendo arrivare ad una lunghezza massima di 5-7 cm. E’ estremamente difficile determinare l’autenticità di tutte le spine della corona che esistono oggigiorno, anche quando appartengono a questa specie vegetale. Ma non è questo l’oggetto di questo articolo. Parleremo invece della Sacra Spina di Andria, perché come nessuna, ha delle caratteristiche molto particolari.
Questa spina arriva ad Andria nel 1308, dono della principessa Beatrice d’Angiò nell’anno del suo matrimonio. Era figlia di Carlo II d’Angiò e sposa prima di Azzo VIII d’Este e poi, rimasta vedova, di Bertrando del Balzo, duca di Andria.
La spina apparteneva alla casa reale di Francia e presumibilmente faceva parte dell’intera corona di spine che il re Luigi IX di Francia (successivamente San Luigi dei Francesi)acquistò dall’imperatore latino di Costantinopoli Baldovino II insieme ad altre preziose reliquie. Nel 1239 lareliquia arrivò a Parigi e per custodirla fu costruita la Sainte Chapelle, un capolavoro dell’architettura gotica, anche se oggi è custodita nel tesoro di Notre Dame. In realtà si tratta solo dell’anello di giunchi, senza spine. Infatti, le poche spine che arrivarono a Parigi (perché precedentemente i sovrani bizantini già ne avevano regalate diverse) Luigi IX le donò alle chiese piú importanti della Francia o alle città piu importanti dove risiedevano i discendenti della casa reale francese.
L’importanza di questa spina risiede in un suo strano comportamento osservato per prima volta nel 1633. Il prodigio della Sacra Spina di Andria si verifica ogni volta che il giorno dell’Annunciazione, ossia il 25 marzo, coincide con il Venerdí Santo. La spina è grande circa quattro dita, di colore ‘cenerognolo’3 e in essa sono presenti diciassette macchie di color violaceo il cui colore si riavviva, diventando di ‘fresco sangue’. Questo è il miracolo. Da notare che la data 25 marzo, quando è Venerdí Santo, racchiude in sé tutta la vita di Cristo: la nascita e la morte, il giorno del suo concepimento e quello della sua morte sulla croce.
Il fenomeno di nuovo si verificò nel 1644, quando la mattina alle 9 ‘apparvero molte diverse gocce e macchie di sangue’ che scomparvero la mattina dopo. Poi nel 1701, quando insieme al miracolo, con ‘urli e strida’ una donna ossessa ‘furibonda’ cadde a terra e ‘l’ossessione cessò’3. Il miracolo si riprodusse puntualmente nel 1712, 1722, 1785 e 1796.
Nel 1799 la città fu saccheggiata dai francesi il 23 marzo, sabato santo, ed il reliquiario fu venduto, ma la spina fu recuperata da un ricco proprietario e, dopo diverse peripezie, nel 1837 fu finalmente riportata ad Andria il 31 ottobre. Ed il giorno dopo, il 1º novembre, in modo completamente straordinario, si rinnovò il miracolo.
Nel 1842, il miracolo non avvenne nel modo solito, perché la spina aveva prodotto delle piccole escrescenze bianche ed argentee, come una fioritura, della grandezza di una capocchia di spillo. Nel XIX secolo i miracoli furono altri due: nel 1853 e nel 1864.
Nel XX secolo il primo prodigio avvenne nel 1910, ma il giorno dopo, ossia il sabato santo 26 marzo, provocando un’ondata di protesta degli scettici che affermavano che il miracolo era stato preparato la notte, visto che il giorno prima non era accaduto niente. I seguenti prodigi avvennero puntualmente nel 1921 e nel 1932.
L’ultimo miracolo della Sacra Spina è avvenuto nel 2005. Una commissione di medici ed altri osservatori annotavano le variazioni di colore che fino alle 20.00 h. non furono molti importanti. Poi le annotazioni furono “Ore 20.00: sulla punta della Spina un piccolo rigonfiamento di colore rosso rubino. Ore 20.05: scomparsa del colore rosso. Ore 20.20: sulla punta della Spina comparsa di un piccolo bozzo come gemma di colore rosso. Ore 20.40: sulla punta della Spina il rigonfiamento (bozzo) sempre più grosso. Colore sempre rosso vivo rubino. Alle 21.05: ricompare la gemma e sul corpo della Spina verso la punta presenza di piccole granulazioni biancastra-lanuginosa. Ore 21.15: persiste la granulazionebiancastra lanuginosa e scomparsa della gemma alla punta”. Poi viene dato l’annuncio ufficiale del miracolo avvenuto alla folla che gremiva non solo la cattedrale, ma anche la piazza del Duomo e la piazza Vittorio Emanuele dove si poteva seguire l’avvenimento attraverso degli schermi giganti.Fino ad ora la scienza non ha offerto spiegazioni sientifiche a questo fenomeno, o per lo meno non ne sono a conoscenza. Staremo ad aspettare.Dal 2005, dovuto anche alla gran diffusione mediatica dell’evento, la Sacra Spina diventa famosa ed è meta dipellegrinaggi, soprattutto in quaresima. Viene esposta alla venerazione l’ultimo venerdì di ogni mese.
Adesso attendiamo i successivi appuntamenti: il più vicino nel 2016; e poi dovranno passare alcune generazioni fino al, niente di meno, 2157. Il 25 marzo, ovviamente.
fonti: Ch. Rohault de Fleury. Mémoire sur les Instruments de la passion de N.S.J.-C. Paris 1870. 2) A. Menna. La corona di spine e le sue reliquie. San Casciano 2012. 3) E. Merra, Monografie andriesi vol. I, Bologna 1906.