Comunicazioni

Due anni di solidarietà alla mensa «Casa Francesco»

*articolo pubblicato da "La Gazzetta del Mezzogiorno" del 23 febbraio 2016 - di A. Bufano    

CANOSA. Le attività di “Casa Francesco”, che ebbero inizio il Mercoledì delle Ceneri di due anni fa, avevano, inizialmente, come obiettivo quello di offrire un pasto caldo a quanti ne avessero avuto bisogno, proprio il primo giorno di Quaresima.
Tale decisione poteva apparire paradossale alla luce di una tradizione precettistica poco attenta alla realtà sociale, ma evidentemente non lo era, visto che “la proposta del digiuno penitenziale è rivolta soprattutto a chi solitamente non lo fa, non a chi spesso è costretto a farlo perché vive nell’indigenza tutto l’anno”.
L’IMPEGNO -Per i volontari, occupati a preparare e servire il pasto caldo, era un modo concreto di impegnarsi, in quel giorno, a servizio dei più bisognosi.
La scelta di intitolarla a Papa Francesco fu determinata dalla possibilità di dare una risposta concreta alle sue continue sollecitazioni, tese ad esortare i cristiani ad essere “chiesa in uscita”, “ospedale da campo”, per andare incontro ai bisogni dei poveri.
DUE ANNI DI ATTIVITÀ - Da allora sono trascorsi due anni e sistematicamente, ogni sera, la mensa continua ad aprire i suoi battenti, per offrire il pasto caldo ormai a oltre sessanta persone, tra quelli che lo consumano in sala e coloro che preferiscono riceverlo a casa.
E’ uno sforzo non indifferente, se si pensa al fatto che non ci sono stati finanziamenti pubblici, ma che fin dal primo momento l’iniziativa è stata realizzata esclusivamente grazie a contributi di cibo o denaro di privati e nel totale anonimato. Che bell’esempio di solidarietà.
Le parrocchie hanno dato prova che si possono fare cose straordinarie se si lavora insieme, per ragioni condivise e per lo stesso obiettivo. I locali adibiti a mensa sono stati messi a disposizione dalle Suore Missionarie del Calvario, presso l’asilo “M i n e r va ”, le quali hanno rinunciato generosamente a un po’ della loro privacy per permettere le attività di “Casa Francesco”.
SEI GRUPPI DI LAVORO - Sono una cinquantina i volontari, organizzati in sei gruppi, che tutti i giorni assicurano il funzionamento della mensa: la preparazione dei pasti, la distribuzione del cibo in sala e la pulizia degli ambienti.
Il sessanta per cento di coloro che usufruiscono dei pasti sono canosini, gli altri sono immigrati di varie nazionalità.
GLI INDUMENTI - Un altro servizio che offre “Casa Francesco” è la distribuzione di indumenti, effettuata il giovedì, presso gli ambienti della Caritas, annessi alla Cattedrale, mentre sono ancora occasionali le visite mediche e la distribuzione di farmaci. Si avverte la necessità di attrezzare anche delle sale per la prima accoglienza, per andare incontro a richieste di pernottamenti di emergenza.
PERNOTTAMENTI DI EMERGENZA - Purtroppo a Canosa non vi sono ancora strutture attrezzate per le emergenze che si presentano e alle quali si cerca di provvedere alla meglio, di volta in volta.
«Le idee non mancano e nemmeno l’entusiasmo per realizzarle; sicuramente “Casa Francesco” – annota mons. Felice Bacco, parroco della Cattedrale di San Sabino- è oggi un punto di riferimento per la città; con l’aiuto di persone di buona volontà, potrebbe ampliare e strutturare ancora meglio i servizi che offre». «Sicuramente - conclude - con l’aiuto della Provvidenza e nel segno della Misericordia, in questi due anni di vita pensiamo di aver percorso un buon tratto di strada insieme. Andiamo avanti».