Comunicazioni

LA LIBERTA’ O E’ RESPONSABILE O NON E’ (E trova senso nella relazione)

Gentilissimo Direttore, è tornato di grande attualità, nei giorni che stiamo vivendo, la questione della libertà individuale e dei suoi confini, come anche sulla responsabilità che, in qualche modo, la circoscrive arricchendola di senso: il rispetto di sè stessi, dell’altro e degli altri. E’ stato illuminante il pensiero espresso dal nostro Presidente Mattarella, nel suo intervento all’inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Università degli Studi di Macerata, ha sostenuto che il principio secondo il quale “la libertà di ciascuno si ferma di fronte a quella degli altri, è sicuramente di grande civiltà. Tuttavia, occorre andare oltre questa civile enunciazione del pensiero, maturata in tanti secoli della storia dell’umanità, accantonando l’idea che la libertà degli altri sia un limite alla propria e pensando, al contrario, che la libertà di ciascuno si integra con quella degli altri, si realizza insieme a quella degli altri. Altrimenti la libertà non esiste”. ...(Continua a leggere)

E’ bella l’idea della “integrazione”: non opposizione, non conflittualità tra la libertà propria e quella degli altri, ma incontro, condivisione, sentimento da vivere insieme! Con una parola: responsabilità! Leggo su un quotidiano nazionale il pensiero di Vladimiro Zagrebelsky sulla “libertà d’espressione”, che a mio avviso va in questa direzione e che potrebbe essere estesa ad altri campi del nostro agire. Egli partendo dalla Convenzione Europea sostiene: “è l’unico caso in sui aggiunge espressamente che il suo esercizio comporta doveri e responsabilità”, infatti la mette “in relazione sempre con l’altro o altri”. E questi, a loro volta, “hanno diritti che meritano rispetto”. Quella della “responsabilità”, impone confini rigorosi, tracciati dall’obbligo di non offendere l’altrui sensibilità: in specie quella religiosa, dal momento che essa, unitamente alla libertà di pensiero e di coscienza, “rappresenta un pilastro della società democratica” (CEDU 1993). La linea che Papa Francesco ha tracciato – dalla “Laudato si’” a “Fratelli tutti” – costituisce un punto di riferimento fondamentale per aiutarci a ridefinire la “grammatica” delle relazioni sociali, di cui questo tempo ha estremo bisogno. Nessuna sfera di relazione può pensarsi come chiusa, cioè separata e indipendente da ciò e da chi sta al di là. Dipendiamo gli uni dagli altri, esseri in relazione! Le libertà si integrano, si manifestano proprio nelle relazioni, ci portano a riscoprirci responsabili gli uni degli altri. “Ci si salva insieme!”, continua a ripeterci Papa Francesco.

Don Felice Bacco

Pubblicato su Avvenire il 12.12.2020