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Il Crocifisso D'Avorio

Il Crocefisso d’avorio

Cattedrale San Sabino – Canosa di Puglia

 Il Crocifisso in avorio del XII secolo (cm. 28 x  22),  di origine bizantina,   rappresenta,   nella iconografia,   la  figura  solenne del Cristo.  É un “capolavoro di  straordinaria  bellezza e  di grande significato teologico, dove la Croce non è patibolo, ma trono regale che rivela la Regalità dell’Amore ed il mistero della Redenzione” (mons. Felice Bacco). 

Il   retro  del   Crocefisso   presenta   motivi decorativi  con  rosette  a  sei  petali incluse in un cerchio.  Si osserva che le rosette sono sempre raggruppate in numero di tre quasi a voler  rappresentare la Trinità. 

Sul retro un raro e prezioso reliquiario conserva sotto il vetro  una  “pietra   rossa”, come descritto dal Baronio. E’ un segno  della  Passione di Cristo?   Forse  gocce  di sangue su  una piccolissima pietra? 

La  regalità  del  Cristo  traspare nel  volto  disteso e  illuminato,  negli   occhi   chiusi   ma  non  sofferenti, nei   capelli   ordinati    che   scendono   sulle   spalle, nella  barba curatissima  con i  riccioli  all’estremità, con le mani ed i piedi  non  sovrapposti   lungi formi, con l’aureola di santità che porta il segno della Croce. 

Il perizoma che cinge i fianchi è  la veste liturgica del Cristo  Sacerdote,  interrotto da un laccio trapuntato,  che pare una Stola Sacerdotale, con i lembi che  scendono sulle ginocchia. 

L’iconografia del Crocefisso non riporta il “CHRISTUS    PATIENS”,   il   Cristo Sofferente della Passione, ma il CHRISTUS SACERDOS, il Cristo Sommo Sacerdote ed Eterno, come riporta la Lettera di San Paolo Apostolo agli Ebrei (cap. 5, vv. 1-10): “divenne causa di salvezza…essendo stato proclamato da Dio Sommo Sacerdote”. 

É un “capolavoro di  straordinaria  bellezza e  di grande significato teologico, dove la Croce non è patibolo, ma trono regale che rivela la Regalità dell’Amore ed il mistero della Redenzione” (mons. Felice Bacco). 

A cura del maestro Peppino Di Nunno