La libertà (anche di satira), le idee e la religione

Mons. Felice Bacco...dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 15 aprile 2015.

La libertà (anche di satira), le idee e la religione

Torno sull'argomento riassunto dall'amico Palumbo su queste pagine con la domanda: la libertà di opinione e di espressione deve essere assoluta? Egli risopnde argomentando: "... è evidente che ogni singola libertà deve tener conto di altre singole libertà e, quindi, nei fatti e nelle azioni il problema non si pone".

Dal punto di vista delle idee, invece, continua Palumbo: "... quando si parla di idee, la libertà è assoluta. Se c'è libertà di idea, c'è anche libertà di parola e quindi pure libertà di stampa e naturalmente di satira".

Liquidando sbrigativamente il problema, viene da pensare che le due precedenti affermazioni, nel passaggio tra la libertà delle idee, assoluta, e la libertà di espressione, che delle idee si fa portavoce e di conseguenza si manifesta agli altri con conseguenze che toccano la responsabilità di chi comunica e dei possibili destinatari, appaiano e siano contraddittorie, ma proviamo ad approfondire.

Siamo d'accordo con l'amico Palumbo che la libertà di idea può essere assoluta, in quanto rimane una questione di pensiero e quindi di coscienza individuale; un eventuale pensiero blasfemo non offenderebbe ancora direttamente nessuno (al limite, il problema si potrebbe porre a livello morale, in quanto la valutazione morale riguarda non solo le azioni, ma anche le intenzioni. Anche le idee possono essere immorali!). Il problema si pone, invece, quando si passa dalla libertà di idea alla libertà di esprimerla, magari per mezzo della stampa o con disegni satirici, in quanto la comunicazione dell'idea potrebbe offendere l'altrop, procurargli sofferenza. Quando si affrontano tematiche religiose, che quindi coinvolgono la sfera più intima della persona umana, qual è la coscienza ("sacrario dove l'uomo vive l'intimità con Dio" Gaudium et Spes n.16), non è giusto, nè "ragionevole", a mio modesto avviso, cadere nella blasfemia, in quanto non può e non deve esistere un diritto ad offendere i valori intimi dell'altro o degli altri! La religione non è semplicemente un'idea o un opinione, ma è intimamente legata alla dignità stessa della persona, al suo essere, alla sua coscienza e mai e nessuno può concedersi il diritto di violentare la coscienza di un altro. Mi verrebbe da riformulare, parafrasando le parole di Voltaire, citate anche dall'amico Palumbo, la stessa affermazione laica ed illuminista del filosofo, sostenendo: "Non aprrovo la tua religione, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto a non essere offesi in nome dell'altrui libertà".

Il prof. Palumbo riprendendo le mie parole sui rischi che si correrebbero se la libertà di espressione fosse assoluta, quello per esempio di odiare o di avere idee razziste, afferma: "Certo che questo rischio esiste. Ma non possiamo neanche correre il rischio che qualcuno (chi?) debba dirci quello (cosa?) possiamo dire o non dire".

Intanto c'è la nostra Costituzione che garantisce i diritti inviolabili della persona, tra i quali (art. 21) c'è la libertà di opinione, che va equilibrata continuamente con quella dei doveri. Ci sono le leggi, che a quella Costituzione devono ispirarsi, le quali hanno proprio lo scopo di indicare e salvaguardare valori che rendono possibile la convivenza civile, individuando comportamenti illeciti che nelle giuste sedi possono essere sanzionati. E' vero, il problema è anche politico, si sposta sul piano storico, fa affidamento all'equilibrio e alla lungimiranza delle persone, ma noi abbiamo oggi riferimenti sicuri per i quali ogni e qualsiasi giustificazione sarebbe un cedimento all'arbitrio del più forte. Il razzismo , per esempio è condannato dalla legge perchè fomenta l'odio tra persone che hanno un diverso colore della pelle o una cultura diversa dalla propria. Oggi si parla molto, per esempio, della opportunità di considerare l'omofobia un reato. Ma perchè solo le offese alla religione, blasfemia compresa, debbano essere considerate come un diritto, pena l'accusa di essere catalogati come oscurantisti o poco "illuministi".

P.S. Complimenti per la scelta della gustosa vignetta correlata all'articolo.

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Nome File libertà di satira.pdf Dimensione File 57 Kilobytes Tipo File pdf (application/pdf) Caricato il Sunday, 26 April 2015 Autore Domenico Zagaria Modificato il Sunday, 26 April 2015