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25° Anniversario di ministero pastorale nella nostra parrocchia....Mons. Felice Bacco

CANOSA. La concelebrazione eucaristica di ieri, domenica 16, è stata presieduta dal Vescovo mons. Luigi Mansi con don Felice Bacco e don Nicola Caputo.

Praticamente l’occasione ha rappresentato la seconda occasione di partecipazione sentita e comunitaria, che ha fatto seguito all’incontro, di venerdi scorso, in Cattedrale con l’Arcivescovo emerito, mons. Agostino Superbo, per la celebrazione del 25° anniversario di ministero pastorale nella parrocchia Concattedrale Basilica di don Felice Bacco, la chiesa del Patrono San Sabino, ieri mattina, era gremita di gente, così come lo è stata venerdì sera nell’incontro con mons. Agostino Superbo.

Il relatore, che ha parlato sull’enciclica “Evang elii Gaudium”, ha tenuto desta l’attenzione di tutti i partecipanti, partendo dalla riflessione che la Chiesa è “tutta missionaria, al punto che se non lo fosse, non sarebbe neanche la Chiesa di Gesù Cristo”.

“Una Chiesa concepita non come istituzione, ma come popolo di Dio: la Chiesa - ha evidenziato mons. Agostino Superbo - secondo il Concilio è il popolo dei credenti.

Per cui è necessario risvegliare la passione per l’evangelizzazione. Come? Annunciando la gioia del Vangelo”.

E ancora: “La vita cristiana è bella e i cristiani devono testimoniarla con la loro vita. Come testimoniare la via dell’evangelizzazione?”. “Con la vicinanza – ha detto mons. Agostino Superbo - alla gente. Ecco perché Papa Francesco continua a ribadire che bisogna “u s c i re ”.

Una “chiesa in uscita”: meglio una Chiesa, che andando incontro alla gente “si sporca” ed è “accidentata“, che una Chiesa malata di autoreferenzialità, chiusa e fuori dal tempo.

La Chiesa, e quindi le parrocchie, deve fare compagnia, deve essere accanto agli uomini, soprattutto accanto agli ultimi, ai poveri. Una compagnia di cui ci si può fidare.

Una Chiesa madre, che condivide “le gioie e le speranze” dell’uomo d’oggi.

La parrocchia è il popolo di Dio, che vive sul territorio, non solo come struttura giuridica, a cui rivolgersi per ottenere determinati servizi (certificati, sacramenti); per cui è necessario che i cristiani passino dalla frequentazione alla partecipazione (non frequento la famiglia, sono la famiglia; come non frequento la comunità, sono la comunità).

Da un coinvolgimento parziale ad uno totale e, cioè, non solo la Messa la domenica, ma condividere con la comunità l’ansia missionaria; una comunità che mi sta a cuore, come mi sta a cuore la vita delle persone”.

All’incontro hanno partecipato molti parrocchiani e non, anche gente che don Felice Bacco incontra fuori dalla parrocchia, per la strada, sulla piazza, o che appartiene al mondo dell’associazionismo, al quale egli è sempre stato molto vicino per dare il suo sostegno e contributo.

La considerazione finale ci sembra inevitabile: è facile vedere rispecchiate nelle parole di mons. Agostino Superbo il grande impegno pastorale

di don Felice Bacco, uomo del Concilio e perfettamente in sintonia con l’insegnamento e la vita di Papa Francesco.

articolo pubblicato mercoledì 18 ottobre  2016 sul giornale 

 

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